Se frequentate il mondo del web, forse il nome di Santa Manu non vi sarà completamente nuovo. Potreste già esservi imbattuti in Baby Boy, il suo singolo d’esordio, oppure in Paris, o negli ultimi giorni potrebbe esservi capitato di ascoltare Coca Cola. E se vi è capitato, molto probabilmente sarete rimasti colpiti dal songwriting e dall’uso che questa ragazza fa della sua immagine.
Non per niente Santa Manu è il progetto su cui in molti sono pronti a scommettere per i prossimi anni.

Ma di chi stiamo parlando esattamente?
Dietro a questo nome si nasconde un DNA fatto di contrasti: se da una parte la sua scrittura deve molto al repertorio della canzone italiana, le sue sonorità guardano invece alla scena urban contemporanee, mentre lei si presenta come una donna rinchiusa in un corpo da lolita, pronta a sfidare con strafottente candore le regole del musicbiz

Nata in un piccolo paese delle Marche, Santa Manu è cresciuta con sua nonna, anche lei donna di contrasti, divisa tra un’attitudine rock’n’roll alla vita e una solida fede religiosa.
Santa Manu ha iniziato a cantare a quattro anni e a scrivere canzoni a dodici. Le sue giornate si dividevano tra gli studi di pianoforte al Conservatorio e i garage del paese da lei trasformati in sale prove. Poi sono arrivati gli studi in canto e soprattutto è arrivato il trasferimento a Milano, dove la ragazza si è “contaminata” e ha fatto i primi e decisivi incontri con beatmaker e produttori del mondo hip hop e urban.

Alla base della sua produzione, di cui è autrice sia per la parte sonora che per quella visuale, vi è una convinta fiducia nella figura della donna come essere umano, nella donna come Santa, ovvero – etimologicamente – “ciò che è inviolabile, considerato degno di rispetto”.

Ne è prova Paris, che con il suo testo crudo diventa un inno all’inviolabilità della donna in quanto contemporaneamente essere santo e umano, “più sacrosanta di Marilyn”, come recita un verso. Un inno all’indipendenza e alla libertà personale, nell’essere e affermare se stessi senza cedere alla volontà di controllo e potere di chi in cambio chiederà indietro sicuramente qualcosa di grande, come la tua libertà e la tua forza.

Nel testo di Coca Cola Santa Manu rende invece omaggio ai “poeti” che l’hanno ispirata, da Lou Reed a William Blake e Peggy Guggenheim.

“Vedo le mie canzoni come delle confessioni. Racconto quello che succede nella mia vita in modo sincero. Alla fine, in modo sempre diverso, quello che dico nei miei pezzi è: abbraccia la tua potenza e vai. Avanza. Fino alla fine. E fai quello che vuoi. Questo si ricollega al nome che porto: Santa significa inviolabile, degna di rispetto e priva di limitazioni”.

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