LUIGI SCHIAVONE
OGGI ESCE IL NUOVO ALBUM DA SOLISTA
“A-NOVA”
Andare lontano, per tornare a casa
A distanza di 6 anni da “16 Steps to the Sky”, LUIGI SCHIAVONE torna a comporre solo per se stesso, venerdì 27 ottobre, infatti, è uscito “A-NOVA”, il nuovo album da solista del chitarrista.
Un disco nuovo nel senso più proprio del termine, col quale Luigi Schiavone non sovrascrive il passato, ma disegna un presente inedito: se “16 Steps to the Sky” raccontava l’infinitamente piccolo, esplorava i significati più intimi di una vita ritirata, di una salita verso spazi privati, “A-NOVA” è la storia di come quei significati universali possono (devono) diventare la spiegazione dell’infinitamente grande. Così questo disco esplora il senso del viaggio in un mondo distante, interlocutore dove trovare un posto davvero nostro: il luogo che ci aspetta al ritorno, al rientro alla base.
“A-NOVA” è un concept album composto da 11 tracce, ciascuna una contrazione e una dilatazione del cuore narrativo di una stessa storia. Ciascuna in grado di recuperare elementi e stili distintivi, creando un pastiche di suoni che, assieme, riescono a srotolare il senso universale di ogni viaggio: la scoperta di se stessi.
Emerge l’abbandono dell’atmosfera, della consuetudine, dell’aria che respiriamo in “Lift off”. E poi quella sensazione alla bocca dello stomaco che si è destinati a non capire mai davvero, ma alla quale ci si deve abituare in “Zero gravity”. E ancora, la navigazione leggera e quel clima di attesa che stranisce e affascina in “Lounge star”. E poi la spinta alla scoperta, la trazione anteriore che sanno dare i posti nuovi, con quel senso di oblio del passato che si sa essere sbagliato, ma che ogni volta seduce di nuovo in “Chocolate milky way” e “High rider”. L’addio anche a questo mondo nuovo, con l’impressione, spesso fondata, di non averlo mai conosciuto davvero, di essere rimasti stranieri in terra straniera in “Farewell to Aldebaran” e poi i luoghi nuovi e senza nome a cui non sappiamo affezionarci (“ARP 87”) e la moltitudine infinita delle vite che non avremo il coraggio di vivere, quelle che abbiamo solo immaginato (“Black hole”) e infine la caccia, l’ostacolo finale, l’inseguimento delle tracce che abbiamo lasciato sul nostro cammino (“Deep space bounty hunting”).
Quindi il ritorno alla base, in un posto diverso, ma uguale, il luogo fotografato nella copertina (Beppu, in Giappone), un luogo terreno con fattezze extra-terresti, esotiche e difficili da riconoscere. Perché per tornare bisogna essere partiti, ma forse alla fine non si torna mai davvero a casa. Perché non siamo mai davvero noi a rimettere i piedi nelle orme che ci eravamo lasciati alle spalle (“(T)eardrops”).
Questa la tracklist completa dell’album: “Lift Off”, “Zero Gravity”, “Lounge Star”, “Chocolate Milky Way”, “High Rider”, “Farewell to Aldebaran”, “Orbital Re-Entry”, “Arp 87”, “Black Hole”, “Deep Space Bounty Hunting”, “(T)Eardrops”.
LUIGI SCHIAVONE (Roma, 8 settembre 1959) è un chitarrista italiano, per molti anni collaboratore di Enrico Ruggeri. Esordisce negli anni Settanta nei Kaos Rock, band molto conosciuta nell’underground milanese, con i quali pubblica due 45 giri e l’album W.W. 3 per la storica etichetta Cramps. Nel 1981, dopo la fine dei Kaos Rock, comincia la sua lunga collaborazione con Enrico Ruggeri, in occasione della realizzazione del primo album da solista del cantautore, “Champagne Molotov”. È il preludio al disco successivo di Ruggeri, “Polvere” (1983), il cui brano trainante, che dà il titolo all’album, ha la musica composta proprio da Schiavone, e permette a Ruggeri di iniziare a farsi conoscere al grande pubblico. Con questo LP nasce anche il nucleo storico degli Champagne Molotov: Luigi Schiavone e Renato Meli. Nel 1984 Luigi pubblica “C’è la neve”, il primo 45 giri degli Champagne Molotov. La band accompagna Ruggeri in tour ed è composta nella line-up definitiva da: Luigi Schiavone (chitarre), Renato Meli (basso), Stefania Schiavone (pianoforte), Alberto Rocchetti (tastiere) e Luigi Fiore (batteria).Quell’anno gli Champagne Molotov partecipano al Festivalbar, vincendo il Disco Verde, come miglior artista giovane. Nel 1985 gli Champagne Molotov partecipano al Festival di Sanremo, nella categoria dei giovani, con il brano “Volti nella noia”, sempre composto da Schiavone. Nel corso degli anni con gli Champagne Molotov, Schiavone continua a comporre anche per Enrico Ruggeri, passando per 4 album da solista del chitarrista (nel 1991 “La spina nel fianco”, con un contributo di Massimo Riva, nel 1993 “Animale”, nel 1997 “III” e, nel 2011, “16 Steps to the Sky”, il suo primo album completamente strumentale). Nel 1995 Schiavone suona le chitarre nel brano “Meravigliosa creatura” di Gianna Nannini. Nel 2008 suona in “Tear Down These Houses”, brano di Skin, colonna sonora del film “Parlami d’amore” di Muccino.
Insieme a Enrico Ruggeri, continua a comporre brani per tantissimi interpreti, fra i quali Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Anna Oxa e Loredana Bertè. Inoltre come musicista, ha suonato nei dischi di Gianna Nannini, Clandestino, Spagna e molti altri.
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