14 luglio – S. TERESA DI GALLURA (OT) – Faro di Capo Testa
19 luglio CREMONA Palazzo Trecchi – Festival Acquedotte
20 luglio MILANO Orto Botanico Città Studi – Festival Area Musica Estate
21 luglio SAN GIMIGNANO (SI) Piazza Duomo – Skyline San Gimignano Festival
27 luglio – ROMA Casa del Jazz – Festival i Concerti nel Parco
“Sarah McKenzie è un prodigio musicale. Canta con quel tipo di fraseggio che solo un vero jazzista può farsi venire in mente, mentre il suo ritmo al pianoforte fa venire voglia alle persone di suonare il jazz.”
James Morrison
Dopo aver incantato i fan del jazz con il suo album di debutto del 2015 per la Impulse! Records, We Could Be Lovers, Sarah McKenzie torna con il sensazionale seguito,Paris in the Rain. Come per il precedente album, la cantante, pianista e compositrice di 28 anni, nata a Melbourne, Australia, fa squadra con il grande Brian Bacchus, che ha prodotto i classici di star del calibro di Norah Jones, Lizz Wright e Gregory Porter, per consegnarci un programma avvincente di classici jazz e brani inediti, tutti pervasi dall’incredibile musicalità e dallo splendore glamour tipici di Sarah McKenzie.
Sarah McKenzie si è trasferita a Parigi lo scorso anno, dopo essersi diplomata al Berklee College of Music di Boston. Il raffinato brano che da’ il titolo all’album è la sua lettera d’amore alla Vile Lumière. In generale, il tema centrale dell’album è il viaggio di Sarah McKenzie dall’Australia all’America e poi i suoi viaggi attraverso l’Europa come artista: la canzone di Cy Coleman e Carolyn Leigh “When in Rome,” (per la sua visita in Italia), “Triste” di Antonio Carlos Jobim (per il tempo passato in Portogallo), “Tea for Two” di Vincent Youmans e Irving Caesar (omaggio a Londra).
L’album vanta una line up superlativa che include il vibrafonista Warren Wolf (che ha suonato anche in We Could Be Lovers), il chitarrista Mark Whitfield, il bassista Reuben Rogers, il batterista Gregory Hutchinson, il trombettista Dominick Farinacci, il flautista Jamie Baum, i sassofonisti Scott Robinson e Ralph Moore e il chitarrista Romero Lubambo.
Di Sarah McKenzie si è detto che è un tesoro nazionale australiano, e per certo si sa che è una cantante e pianista jazz molto acclamata il cui album Close Your Eyes ha vinto nel 2012 agli ARIA Awards (Grammy australiano) nella categoria “Best Jazz Album”.
Oggi vive a Boston e ad appena ventisette anni si è già esibita in Australia e Europa, calcando alcuni dei più iconici palchi jazz: Monterey Jazz Festival, Dizzy’s Coca Cola Club e Minton’s a New York, Sculler’s a Boston, Melbourne International Jazz Festival, Umbria Jazz Festival, The Boston Arts Festival, Stonnington Jazz Festival, Wangaratta Jazz Festival.
Nel 2014 ha avuto l’onore di essere invitata a presentare le sue composizioni con la Boston Pops Orchestra alla Symphony Hall di Boston.
Nel 2013 la pianista e cantante Sarah McKenzie è stata premiata dall’Umbria Jazz Festival con una borsa di studio per frequentare il prestigioso Berklee College of Music.
Dopo aver conseguito il Diploma in Jazz Performance è stata scoperta dal direttore di Universal Publishing France, Jean‐Philippe Allard, che l’ha invitata ad incidere su’Impulse!’ la famosa etichetta di Universal.
È stata in tournée con Michael Bublé, Chris Botti, John Patitucci e Enrico Rava.
We Could Be Lovers , è il suo debutto su ‘Impulse! ed è stato prodotto da Brian Bacchus (Norah Jones, Gregory Porter) e registrato nei leggendari Sear Sound studiosdi New York. Uscito in Europa nel settembre 2015, l’album include numerosi brani originali di McKenzie, affiancati da classici di Cole Porter, Gershwin, Mancini, Ellington e Jerome Kern.
Il 13 gennaio 2017 esce Paris in the Rain, secondo album per l’etichetta ‘Impulse!, ancora una volta prodotto da Brian Bacchus, che contiene un programma avvincente di classici jazz e brani inediti, tutti dall’incredibile musicalità e dallo splendore glamour tipici di Sarah McKenzie.
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