BITS-RECE: radiografia di un disco in un manciata di bit.
Se cercate sulla pagina Facebook ufficiale, leggerete che i Pumarosa fanno “industrial spiritual”. Cosa voglia dire esattamente non lo so, soprattutto dopo aver ascoltato le tracce del loro esordio discografico, The Witch, che segue di alcuni mesi l’EP di antipasto.
Certo è che qualcosa di “spirituale” in questo album c’è, qualcosa di mistico, solenne, etereo, creato da un suono che amalgama alla perfezione pop, elettronica e persino qualche elemento di rock. Melodie che oscillano tra nuvole oscure e sprazzi di sole, peccato e redenzione, inquietudine e serenità.
Un incantesimo, quello lanciato dalla strega dei Pumarosa, benefico e salvifico, che nel cantato di Isabel ricorda talvolta gli slanci di Björk, mentre nelle musiche si affianca tranquillamente a gruppi come i Goldfrapp.
Se sapranno muoversi bene, i Pumarosa hanno tutte le possibilità di diventare un nome di alta risonanza internazionale: tutto dipende da quanti la strega riuscirà ad incantare…
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