Forse il suo nome non vi dice ancora molto, ma se siete assidui frequentatori del dancefloor potrebbe esservi capitato di ballare su una delle sue canzoni. Come testimoniano infatti anche i video presenti su YouTube, è già qualche anno che Beata Beatz ha iniziato a fare musica, dedicandosi in particolare modo alla dance.
Nata a Mannheim, in Germania, la ragazza si prepara ora a sbarcare nel nostro paese, e lo fa dalla porta principale duettando – nientepopodimenoche – con Guè Pequeno nel singolo Speed Of Light, dove lei canta in inglese e lui dà il suo contributo con una strofa in italiano di tutto rispetto. Così come nelle atmosfere estive di Stay With Me, insieme ai fratelli napoletani I desideri.
Due incontri di lingue e stili diversi, tra pop elettronico, rap e dance, prendendo spunto dai piani alti delle classifiche.
Come hai conosciuto Guè Pequeno?
Era da un po’ che volevo collaborare con un rapper, perché mi piace l’hip-hop. Tempo fa ero in Italia per alcune serate e ho lanciato l’idea alla mia manager di un duetto con un rapper italiano. Qualche tempo dopo, mentre ero a Stoccolma per registrare un nuovo brano, la manager mi ha detto che dovevo subito partire per Londra per incontrare Guè Pequeno. Ci siamo parlati e lui è stato subito disponibile a collaborare. Dopo qualche settimana ero a Napoli a registrare Speed Of Light con Massimo D’Ambra.
Cosa ascolti in genere?
Ascolto tutto quello che va in radio. Mi piace molto Rihanna, Zara Larrson, un’artista giovane che ha saputo evolversi, The Chainsmokers. Tengo sempre d’occhio la top ten internazionale, il meglio di quello che c’è in giro.
Cosa conosci invece della musica italiana?
Eros Ramazzotti, Marco Mengoni, conosco da molto tempo anche la musica di Vasco Rossi, e mi piace molto il suo rock, la sua voce. È poi conosco Luchè: sono stata anche nel video di Bello!
Quando hai capito che ti sarebbe piaciuto fare musica?
Sono cresciuta con la musica, perché i miei genitori sono stati dei cantanti. Quando ero piccola, mio padre, che oggi è morto, non mi regalava dei giocattoli, ma mi faceva suonare e a cinque anni ho iniziato a suonare il piano. Mia mamma invece fa parte di un coro: sono sempre in giro in Germania per le chiese.
Non hai ancora pensato di cantare in italiano?
Io voglio cantare in italiano! Ho imparato a parlarlo, ma cantare è un’altra cosa. Devo mettermi lì con il testo e studiare.
Hai un album in arrivo?
Sì, sono molto entusiasta. Sarà pop, ma con tante contaminazioni, avrà un suono moderno. Mi trovo molto bene con le persone con cui sto lavorando, ho la possibilità di sperimentare. Voglio prendere spunti dall’R&B, dall’hip-hop, dalla dance. Un po’ come abbiamo fatto per Speed Of Light, in cui c’è un po’ di trap e di urban, perché se fosse stato un brano di pura dance non ci sarebbe potuto essere il rap. Lavorando tra Germania, Svezia e Italia sento stimoli diversi, e mi piacerebbe che nel disco fossero tutti presenti.
Per concludere, una domanda di rito per BitsRebel: che significato dai al concetto di ribellione?
(la sua espressione cambia all’improvviso, si fa seria e mi guarda dritto negli occhi, ndr) So cosa voglio e so cosa non voglio. Voglio avere una possibilità, e unire la passione e la libertà.
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